Chefchaouen, la città blu del Marocco

Chefchaouen città blu

Chefchaouen, la città blu Marocco. Una perla che venne fondata nel 1471; una porta blu verso la magica Africa.

La particolare posizione ai piedi delle vette del Rif, rende la città di Chefchaouen una delle località più graziose del Marocco. Poco accessibile, molto caratteristica e graziosamente dipinta di blu.

Un villaggio di montagna con case, scale, porte e finestre dipinte nelle diverse tonalità di azzurro e blu in grado di creare un’atmosfera del tutto particolare.

Chefchaouen è l’interessante risultato di influenze marocchine e andaluse. Medina, la parte più antica della città, quella chiusa al traffico, è tutta un susseguirsi di colorati edifici blu e stretti vicoli che portano alla Plaza Uta el-Hammam e nella sua kasbah restaurata.

Chefchaouen pur essendo ancor oggi una città difficile da raggiungere, è stata oggetto di un’ampia opera di recupero e miglioramento ed ha raggiunto un ottimo equilibrio tra la sua capacità di preservare le tradizioni e accogliere i turisti.

Offre infatti una buona scelta di sistemazioni di qualità, buoni ristoranti e attività per tutti i gusti che vanno dallo shopping al trecking. È la città perfetta per perdersi, dimenticarsi del tempo, e fare qualche escursione nelle verdeggianti colline che la circondano.

William Blake scriveva

“Quando le porte della percezione si apriranno tutte e cose appariranno come realmente sono: infinite”.

Le tipiche porte blu Chefchaouen sono perfettamente inserite nell’atmosfera di una città in cui tutto è dipinto nelle diverse tonalità di azzurro. Vicoli, scale, finestre e, ovviamente, porte! Tutto si dipinge di blu, turchese o acquamarina.

Tracce i blu che sembrano sfuggite all’incontro tra cielo e mare.

Chefchaouen porta blu

La storia di Chefchaouen

In origine la città di Chefchaouen si chiamava Chaouen, che significa ‘vette’. Nel 1975 la città fu ribattezzata Chefchaouen, ossia ‘Guarda le Vette’. Proprio perché si tratta di una città circondata dalle vette del Rif.

Chaouen venne fondata nel 1471 da Moulay Ali ben Rachid. L’idea era di creare una base da cui le tribù berbere del Rif sarebbero potute partire per attaccare i portoghesi stanziati a Ceuta.

Con l’arrivo dei profughi musulmani ed ebrei partiti da Granada nel 1494 la città si espanse e le case presero ad avere la tipica impronta spagnola. Facciate imbiancate a calce, minuscoli balconi, tetti in tegole, patio con un bell’albero di agrumi al centro… Una serie di piccoli tocchi che la rendono la perfetta location per una vacanza da sogno! Per vedere il tipico colore blu, dobbiamo però aspettare gli anni ’30 perché fin’ora, porte e finestre sono dipinte con il tipico colore verde legato alla tradizione musulmana.

La città rimase isolata e chiusa agli stranieri fino al 1920, anno in cui fu occupata dalle truppe spagnole. Addirittura ai cristiani era proibito entrarvi, pena la morte! Durante la guerra del Rif negli anni ’20 gli spagnoli furono cacciati da Chefchaouen per opera di Abd al-Krim. Vi fecero però ritorno e vi rimasero fino al 1956, anno della proclamazione dell’indipendenza del Marocco.

Perchè Chefchaouen è dipinta di blu?

Sul perché Chefchaouen sia dipinta di blu ci sono teorie diverse tra loro. C’è chi sostiene che siano stati gli ebrei a dipingere le abitazioni per richiamare il colore blu del paradiso. Altri hanno una visione decisamente più pratica e pensano che sia stato usato il blu per allontanare le zanzare. Indipendentemente dal motivo che ha originato questa scelta, è però bello perdersi nei vicoli blu cielo, magari comprando prodotti tipici nel vari mercatini locali.

Ma Chefchaouen non è solo colore e artigianato! E’ la città da cui partire per bellissime escursioni; perfetta per gli amanti del trekking e dei paesaggi naturali.

Cosa vedere a Chefchaouen

Quali sono le principali attrattive di Chefchaouen? Cosa non farsi proprio sfuggire? Scopriamo insieme le principali attrattive turistiche.

Medina

Medina è la parte più antica della città, quella chiusa al traffico. Chefchaouen è infatti suddivisa in:

  • una metà orientale, la medina, appunto;
  • una metà occidentale, la ciudad nueva, o città nuova.

Il cuore della medina è Plaza Uta el-Hammam, con la sua inconfondibile kasbah. Le mura della medina sono state recentemente grazie a finanziamenti spagnoli.

L’arteria principale della città nuova è Ave Hassan II, che da Plaza Mohammed V (progettata dall’artista Joan Miró) supera la porta occidentale Bab el-Ain, costeggia il muro meridionale della medina e poi entra nella medina immettendosi poi in Place el-Majzen.

La Kasbah

Questa fortezza cinta da mura oggi ospita un incantevole giardino, un piccolo Museo Etnografico (l’etnografia è lo studio dei popoli della terra) e una galleria d’arte.

Nel museo etnografico si possono ammirare alcune affascinanti vedute dell’antica Chefchaouen; mentre la galleria d’arte espone le opere di artisti locali.

Plaza Uta el-Hammam

La Plaza Uta el-Hammam è il cuore pulsante di medina. Qui potrai sederti tra caffè e ristoranti e gustarti in tutto relax i piatti tipici.

Un luogo tranquillo davvero perfetto per una pausa relax o un servizio fotografico da mostrare agli amici al vostro ritorno.

Grande Mosquée

La Grande Mosquée fu costruita nel XV secolo per volere del figlio del fondatore della città, Ali ben Rachid.

E’ accessibile esclusivamente ai musulmani ed è caratterizzata da un’insolita torre a pianta ottagonale.

Chefchaouen

Come arrivare a Chefchaouen

Raggiungere Chefchaouen non è particolarmente semplice ma, siamo certi, una volta arrivati, penserete che ne sarà valsa la pena. Come si raggiunge Chefchaouen?

La maggior parte dei turisti ci arriva allungando il tour delle città imperiali del Marocco; arrivando dunque da Rabat o da Fez. Si tratta di un viaggio in automobile della durata di circa 4 – 5 ore.

Ecco perché sono in molti a non inserire questa bellissima città nel loro viaggio in Marocco.

Una valida alternativa è considerarla la metà esclusiva di un viaggio breve o, magari, un weekend appositamente dedicato. Partendo da Tangeri dovrete affrontare solamente due ore di strada. C

Chefchaouen mercato

Elena Fassoli
"La via più breve per giungere a se stessi gira intorno al mondo", diceva Hermann Keyserling. Ed ecco perché, appassionata da anni di viaggi e sport, mi piace avventurarmi in quel cammino che, attraverso il mondo, mi porta costruire la miglior versione di me stessa.